Devo ammetterlo, sarà il periodo, ma nel ricevere tutte le vostre lettere mi sento un po’ Babbo Natale (al femminile), anche se ciò che scrivete nelle vostre missive non riguarda sogni e desideri, ma delusioni e aspettative infrante.
Ecco qui la lettera di una Scrittrice che si è trovata a dover far fronte a un problema non da poco, in quello che sarebbe dovuto essere per lei un giorno felice.
Cara Writer Woman,
qualche anno fa ho pubblicato, dopo vari tentativi, il mio libro con una casa editrice, non grandissima, ma comunque in espansione, con sede a Firenze, Milano e Bologna.
Pubblicano il libro e dopo l’editing che mi aspettavo decente, l’impaginazione è anarchica. Molti miei contatti mi chiedono addirittura se sia una cosa voluta o se abbia un significato in relazione all’argomento del libro. Io rimango di stucco.
Poi, dopo una prima presentazione mia e di altri 30 autori, tempo di discussione 10 minuti scarsi, mi propongono di aiutarli a organizzare una presentazione del libro solo mia. La CE mi avrebbe inviato due relatrici a farmi domande e ad aiutarmi a parlare del mio libro e io avrei dovuto trovare un luogo in cui tenere la presentazione.
Bene, il giorno stesso della presentazione mi telefonano dicendomi che nessuna delle due relatrici (una di queste la mia editor) poteva venire alla presentazione (per cause che non hanno voluto spiegare, ma comunque importanti).
Era una domenica e non vedo come può accadere che due persone su due abbiano problemi tanto grandi da dovere rinunciare a un impegno di lavoro di questo genere.
Ad ogni modo mi ritrovo sola, con il locale già prenotato e un evento da condurre da sola.
In più, come se non bastasse mi sono dovuta recare a una fermata della metro per recuperare i libri.
In un primo momento ero talmente sconfortata e arrabbiata da volere mandare tutto a un niente di fatto. Successivamente, però, ho capito che potevo farcela, che chi ci avrebbe rimesso sarei stata solo io e il mio tanto lavoro per arrivare ad avere un libro pubblicato. Così ho preparato delle domande e ho chiesto ad un’amica di farmi da relatrice.
Alla fine, la presentazione è andata bene, ma a tutt’oggi ancora non so le cause di una tale mancanza e, come se non bastasse, la casa editrice, nonostante sia ancora in vigore il mio contratto, ha esaurito le copie sul suo sito e conseguentemente su Amazon, e non ha provveduto a una ristampa benché delle persone volessero acquistare il romanzo.
Morale della favola?
Self-publishing tutta la vita!
Cosa posso dirti, cara Scrittrice, se non che hai reagito egregiamente? Brava!
Si sa, nella vita le esperienze negative servono per crescere e per migliorare. Certo, uno ne farebbe anche a meno.
Per quanto riguarda le due relatrici non pervenute, sono certa che avranno avuto un motivo molto serio per rinunciare, come ad esempio un’unghia spezzata o una ciglia lunghissima infilata… nell’occhio.
Se può consolarti, anche se non ero presente, vista la cura e l’attenzione con cui la CE ha seguito il tuo contratto, credo di non sbagliare nell’affermare che la tua amica ha sicuramente fatto un lavoro cento volte migliore di quello che avrebbero fatto loro.
Quindi stai serena e gioisci, perché hai capito dopo un solo libro che il Self-Publishing è la strada che fa per te!
Qualcuno diceva meglio tardi che mai. Io dico meglio prima, per tutti i tamburi dell’Olivetti!
