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I pregiudizi verso il genere che scrivo mi hanno messo in crisi

Oggi condivido con voi lo sfogo di un’autrice che in realtà è emerso anche da altre lettere ricevute. Infatti non è la sola ad avermi scritto per sollevare la questione.

Come al solito passo la parola a lei e noi ci rivediamo sotto la sua lettera per le riflessioni.

Cara Writer Woman,
è da un po’ che vorrei scriverti, ma all’ultimo mi è sempre mancato il coraggio. Oggi spero di riuscire a inviare questa mail una volta terminata.

Per me non è facile ammettere ciò che sto per dirti, ma forse esternare questa cosa nero su bianco mi aiuterà ad andare oltre e a superare il momento di crisi in cui mi trovo.

Sono sempre stata una lettrice onnivora, ma da qualche anno a questa parte le storie che mi emozionano di più sono quelle che rientrano nel genere Romance. Quindi per me è stato quasi naturale, nel momento in cui ho voluto cimentarmi con la scrittura, lanciarmi in questo genere.

Ho ideato la storia dei miei personaggi, l’ho sviluppata meglio che ho potuto, ma alla fine ho rinunciato. Non tanto perché non mi sentissi all’altezza di proseguire e di arrivare a un dunque (so di avere tanto da imparare, ma so anche di essermi impegnata parecchio), ma per il timore nei confronti dei pregiudizi.

Sento dire continuamente che chi scrive Romance non è un vero scrittore, che è letteratura di serie B, che a buttar giù una storia tra innamorati non ci vuole nulla, che basta cambiare il nome ai personaggi, il lavoro che fanno, la città in cui vivono e poi le dinamiche sono sempre le stesse e tutte queste considerazioni mi hanno fatta chiudere a riccio.

Da una parte penso “caspita, se è così facile perché io fatico tanto? Significa che non ho la stoffa” e dall’altra sento di non avere la corazza abbastanza dura per proteggermi da certi colpi.

In sostanza, vorrei ricevere da parte tua un’iniezione di positività per riaprirmi e proseguire, dall’altra vorrei che la gente la finisse di aprire la ciabatta a vanvera, perché certe parole anche se infondate fanno male.

Grazie Writer Woman per questo spazio che ci dedichi, da quando leggo le lettere che condividi mi sento meno sola, più capita, e sto apprendendo molte cose su un mondo che, spero, un giorno possa accogliere anche me.

Il lato oscuro dell’editoria purtroppo può avere conseguenze molto negative sugli scrittori alle prime armi. E quando parlo di “lato oscuro” intendo i pregiudizi nei confronti del Self-Publishing, le figure che si spacciano per professionali e invece truffano gli autori emergenti approfittando della loro ingenuità, i saputelli di turno che credono che solo chi scrive saggi meriti di essere annoverato come “scrittore”.

Purtroppo il pregiudizio nei confronti del genere letterario non è un cruccio che colpisce solo il Romance, bensì anche altri generi considerati di nicchia come il Distopico e il Fantasy in generale. Tutto ciò che si pensa essere destinato al mero intrattenimento viene considerato un genere poco impegnato, e va da sé la convinzione che richieda poca fatica.

Queste persone però si sbagliano. Intanto specifichiamo che il Romance è uno dei generi letterari che vende di più, soprattutto nel settore Self, quindi se una cosa vende è perché piace (sarà mica che lo screditano perché sono invidiosetti?).

Poi, proprio perché sul mercato c’è molta offerta, essere originali e dare vita a una storia che non si sia già sentita è davvero difficile. Hai voglia a cambiare nome ai protagonisti, location e posti di lavoro, ma i lettori non sono certo sciocchi. E lo stesso lo possiamo dire per romanzi con ambientazione fantasy. Avete idea di quanto impegno e inventiva richieda creare da zero un mondo con delle regole tutte sue che non cozzino fra loro?

Be’, ve lo dico io, tantissimo!

Quindi, lettori superficiali all’ascolto, prima di dar fiato alla bocca, magari verificate che tutte le rotelline del cervello stiano girando nel verso giusto. In caso contrario, meglio stare in silenzio.

In conclusione, per rispondere a questa autrice, ma anche a tutti gli altri che hanno scritto per sollevare la questione…

Non ti curar di loro, perché non sanno quello che dicono. 😘

E aggiungo anche che, se hai bisogno di una spintarella energetica per uscire dalla tua crisi, o se vuoi approfondire l’abisso torbido del mondo del Self-Publishing, partecipare alla Masterclass gratuita che terrà Liliana il 2 maggio, ti farà indubbiamente bene.

Se anche tu vuoi condividere la tua esperienza...

scrivi a writerwoman@selfcreation.it

La tua identità non verrà rivelata così come quella delle parti coinvolte.