Qualche giorno fa ho ricevuto questa lettera e ho pensato di condividerla con voi perché si tratta di una situazione piuttosto diffusa.
Spesso si pensa che pubblicando con una casa editrice si possa avere una spinta promozionale in più, ma la verità è che non è affatto così.
Cara Writer Woman ti voglio raccontare la mia storia.
Da quando ho iniziato a pensare in pratica ho iniziato a creare storie. Ho imparato a leggere da sola, verso i 5 anni, facendomi leggere un libretto dei puffi fino ad impararlo a memoria e da lì andando a riconoscere le lettere. Ho iniziato a disegnare e a scrivere e le due cose, insieme alla lettura, sono sempre state le basi della mia vita e del mio pensiero.
Immagina la mia gioia quando, meno di un anno fa, avendo deciso di dedicarmi all’illustrazione con più professionalità, dopo mesi di lavoro sono riuscita a trovare una casa editrice che mi avrebbe pubblicato!
Una casa editrice vera, non a pagamento! Ero felicissima ed emozionata e quando ho parlato con la responsabile ho trovato giusto e corretto, da parte sua, sottolineare che anche io mi sarei dovuta impegnare per promuovere il libro. Giustissimo. Inoltre ero un po’ preoccupata: mi parlava di un’intervista, una pubblicità in tv, cose a mio parere davvero grandi.
Quando è uscito il libro ho cercato di fare del mio meglio. Ho contattato vari book blogger e quando ho chiesto alla casa editrice di mandare loro una copia del libro mi è stato risposto che non potevano mandarlo a tutti e che avevano già provveduto a inviarlo ai loro book blogger di fiducia (i quali non mi hanno mai taggato, quindi ad oggi non so chi siano e nemmeno se abbiano letto o meno il libro) ma se io volevo, avrei potuto inviare delle copie a mie spese, cosa che ho fatto, anche se non mi sembrava giusto.
Nel frattempo, di quelle famose interviste nemmeno l’ombra e la pubblicità in televisione si è rivelata essere in una tv a circuito chiuso trasmessa in qualche aeroporto. Posto decisamente adatto per un albo illustrato.
Mi hanno poi proposto due eventi: uno a Roma e uno a tre ore da casa mia, completamente a mio carico, in cui io avrei dovuto rimanere lì un weekend con un banchetto e il mio libro a cercare di vendere in un paesino di poche anime che faceva questa specie di sagra. Naturalmente non solo vitto e alloggio a mio carico, ma, dato che mi era stato chiesto esplicitamente quante copie avrei voluto, suppongo che anche quelle sarebbero state pagate di tasca mia.
Ovviamente non andai.
Quando invece ci fu la fiera della piccola e media editoria a dieci minuti da casa mia, in un bel castello e ben organizzata, con la presenza anche di case editrici interessanti, non si degnarono nemmeno di avvisarmi che loro sarebbero stati presenti con il loro stand. Ecco, lì ci sarei potuta andare senza grosse perdite.
Concludo dicendo che è vero che non ho pagato nulla per la pubblicazione del libro, ma le poche copie vendute sono state il frutto della mia spinta promozionale, la casa editrice non ha fatto nulla per supportarmi e, ciò nonostante, si prende una parte (più ampia della mia) del guadagno.
Attualmente sto affrontando un percorso con un’altra casa editrice e spero proprio che le cose vadano diversamente… altrimenti cercherò altre strade.
Il problema è che gli albi illustrati sono un mondo difficile ed è stata un’esperienza molto demoralizzante.
Nei miei libri metto tutta me stessa, mi impegno al massimo e poi vedo in libreria cose che, palesemente, valgono meno. Che tristezza…
Writer woman pensaci tu!
Cara Illustratrice, mi dispiace molto che tu abbia vissuto questa esperienza negativa che ha rischiato di spegnere la tua passione per il tuo lavoro, ma non demordere. Spero che con l’attuale casa editrice possa andarti meglio, ma non dimenticare che noi autori dovremo sempre promuovere i nostri libri.
Le case editrici, piccole, medie o grandi che siano, devono seguire il ritmo delle uscite e questo significa che presteranno attenzione al tuo titolo per un tempo ridotto, perché poi passeranno al successivo, a meno che il tuo non sia il loro titolo di punta.
Le copie staffetta (quelle che vengono inviate alle Bookblogger) rappresentano un costo anche per loro, costo che non sempre può essere sostenuto perché anche se noi autori percepiamo uno sputo sul prezzo di copertina, il resto non va tutto nelle tasche dell’editore. Ci sono i costi di produzione, di distribuzione (è qui che ci mangiano parecchio), costi redazionali e i costi aziendali.
Detto ciò, le case editrici dovrebbero imparare a essere più trasparenti con i propri autori, a renderli partecipi del processo di pubblicazione. Questo eviterebbe fraintendimenti e darebbe vita a un rapporto di lavoro più piacevole e di stima reciproca.
Ovviamente io, Writer Woman, faccio un tifo super sfegatato per l’indipendenza degli autori. Tirate fuori gli attributi e fatevi il mazzo per sviluppare al meglio le vostre storie e per farle arrivare ai vostri lettori. Oggi avete i mezzi per farlo!
