
Ogni anno arriva il mio immancabile articoletto post Salone, non tanto per parlare della fiera di per sé, bensì per addentrarci nello specifico dell’area Self, che è quella di nostro interesse.
Lo scorso anno ero riuscita a presenziare più giorni, assistendo a un numero sconcertante di panel. Anzi, posso affermare di essere stata quasi in pianta stabile nella sala cobalto. Ma cosa ci volete fare? Ho un debole per gli incontri professionali, che trovo altamente informativi e stimolanti.
A uno di quei panel ero stata coinvolta come relatrice, e dato che l’argomento trattato era “Il salone che vorrei”, potevo esimermi dall’andare a controllare di persona i cambiamenti messi in atto?
Ovviamente no 😉
Quindi, anche se questo salone l’ho vissuto con l’agenda in mano per i vari appuntamenti di lavoro e la valigia pronta per il rientro, mi sono comunque soffermata a esaminare l’area Self e le sue dinamiche.
Area Self
Se avete letto l’articolo che ho precedentemente dedicato all’edizione di quest’anno (se non lo avete fatto, fatelo), sapete già quali sono state le novità di questa edizione.
In sostanza, oltre agli autori selezionati dal Salone del Libro, nell’area della libreria dei Self era possibile trovare realtà come quelle del Festival Romance Italiano e Rotte Narrative, oltre che al CSU (Collettivo Scrittori Uniti) che è una presenza ormai fissa e rassicurante già da tempo.
Ecco, personalmente ritengo che per i lettori, arrivare nell’area Self e avere dei punti di riferimento riconoscibili, che possano rappresentare gli autori e garantire la qualità delle loro opere, sia la strada migliore per fare in modo che il muro della diffidenza nei confronti del Self-Publishing venga abbattuto, o quantomeno scavalcato da un numero sempre maggiore di lettori.
Questo aspetto lo vivo sulla mia pelle con Self Creation, ogni volta che viene scambiato per una casa editrice. Quando succede non può che farmi piacere dato che lo prendo come un complimento, ma al tempo stesso mi fa riflettere sul fatto che, forse, è proprio questa la chiave per agevolare l’avvicinamento dei lettori all’area Self: sviluppare la zona in maniera simile a tutti gli altri stand. Sicuramente con meno spazio a disposizione per ogni realtà, ma con delle identità ben precise.
Mi rendo conto che non è semplice gestire un’area del genere e, anzi, ogni anno sono evidenti gli ulteriori passi in avanti che vengono fatti. Spero proseguano in questa direzione.
Queste sono alcune delle fotografie che ho scattato nelle giornate di giovedì e venerdì, quando ero presente, e alcune di quelle che mi sono state gentilmente inviate da agenti segreti infiltrati 😅 per darmi modo di vedere il riallestimento nelle giornate di sabato, domenica e lunedì.
Nei primi due giorni di fiera, infatti, l’area Self (che fino allo scorso anno si chiamava PRO e basta, quest’anno invece anche SELF) viene divisa fra la libreria dei Self e la zona dedicata ai professionali.
Questo purtroppo sacrifica la libreria nella parte iniziale della fiera, ma almeno nei giorni più gettonati i Self-Publisher hanno la possibilità di allargarsi un po’.
Qualcosa è andato storto?
Sicuramente, ma non perché l’organizzazione non sia stata attenta, ma per il semplice fatto che gestire un’area con così tante teste (tutte diverse) è un’impresa titanica! Ulteriore motivo per cui penso che introdurre realtà come il FRI sia stato il miglior cambiamento di quest’anno.
I libri degli autori selezionati dal Salone del Libro erano stati suddivisi per genere, e chi rientrava in quel determinato genere apparteneva al relativo gruppo. Ogni gruppo si era precedentemente preparato, attraverso video-call, affinché tutti conoscessero almeno a grandi linee i libri degli altri. Questa operazione ha permesso di organizzare delle turnazioni ai vari tavoli/librerie per evitare il sovraffollamento.
Come sempre, alcune idee sono ottime sulla carta, ma difficili da far rispettare nella pratica.
Alcuni autori infatti non hanno rispettato le turnazioni e non si sono minimamente messi in gioco per promuovere i libri altrui in assenza degli autori interessati, causando sicuramente qualche disagio.
Ho trovato davvero molto interessanti i dispositivi interattivi a disposizione dei lettori, in cui erano presenti le schede di tutti i libri selezionati.
Riflessioni emerse dai panel
A malincuore non ho potuto seguire molti panel di mio interesse, ma ad alcuni sono riuscita ad andare e l’idea che mi sono fatta è che in futuro (qualcuna lo fa già adesso) anche le Case Editrici con tirature esagerate punteranno al risparmio optando per un servizio di print on demand introdotto dalla stamperia per eccellenza in Italia, a cui molti editori si affidano: Rotobook. Questo servizio viene loro offerto per ridurre i costi, salvaguardare l’ambiente ed evitare sprechi, dato che moltissimi libri stampati non lasciano nemmeno i magazzini, andando a finire direttamente al macero. Vi parlo di questo panel in particolare, perché credo che ancor più di quelli dedicati alle dinamiche relative all’IA e al suo utilizzo nel settore editoriale, sia un chiaro segno di come le cose stiano cambiando e di quanto la linea che divide auto pubblicazione e case editrici vada via via assottigliandosi sempre di più.
In definitiva
Come sempre ho percepito un grande impegno da parte di tutti e la voglia di continuare a fare di più. E questo è ciò che conta davvero. Il prossimo anno non ci saranno Cresime o Comunioni a impedirmi di presenziare dall’inizio alla fine della kermesse, quindi mi preparo fin da subito a scoprire le prossime novità di questa area che porto nel cuore 🖤
P.S.
Un piccolo appunto generico sul SalTo mi sento di farlo. Per quanto riguarda gli ingressi ogni anno si va peggiorando. Già gli altri anni trovavo assurdo che gli autori accreditati non potessero entrare con l’accesso prioritario degli espositori (dato che quasi sicuramente la loro presenza era richiesta a uno stand o a qualche firmacopie e che non tutte le CE avevano pass espositori sufficienti per tutti gli autori), ma quest’anno sono riusciti a fare pure peggio. Autori accreditati sotto la voce professionali venivano fatti entrare dalla normalissima fila dei biglietti acquistati online. Suppongo che il prossimo anno leveranno definitivamente la possibilità agli autori di accreditarsi, ma in fondo lo sappiamo… nel settore editoriale si ha la tendenza a considerarci l’ultima ruota del carro.
Se siete andati al Salone e volete farmi sapere la vostra opinione in merito all’area Self, i commenti qui sotto sono a vostra disposizione. Nel frattempo, iniziate a prenotare l’alloggio a Torino per il prossimo anno. Il Salone del Libro tornerà dal 14 al 18 maggio 2026!
