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Mettere da parte l’orgoglio per accettare le critiche

Scrivere un romanzo richiede impegno, dedizione, costanza, tempo, e quando si investe tanto in un progetto è normale che faccia male ricevere qualche critica negativa.
Pubblicare è un po’ come mettere una parte della nostra anima su un tavolo dove verrà vivisezionata, talvolta con gentilezza, altre volte con crudeltà.
E ogni colpo che riceverà la storia che abbiamo scritto, lo incasseremo noi, nella parte più sensibile. Dove fa più male.

A rendere ancora più spinoso questo dolore, arriva il fastidio accusato dal signor Orgoglio, che mai ammetterebbe di aver fatto male. Ma la questione è un’altra. Non si tratta di aver fatto male, perché se abbiamo dato il massimo allora abbiamo fatto benissimo, si tratta di poter fare ancora meglio.

Dentro di te, lo sai!

A volte le critiche fanno male anche perché vanno a toccare punti già infiammati, perché sotto, sotto, dentro di noi, lo sappiamo dove potremmo dare di più. E il fatto di non esserci riusciti va a inficiare la nostra propensione nell’accogliere i commenti negativi.

Se ami la scrittura e le storie che crei, però, devi imparare a mettere da parte l’orgoglio per il bene della tua crescita personale.

Analizza le opinioni che vengono espresse in merito al tuo lavoro e cogli le critiche costruttive.

Ecco, qui è bene fare un’importante distinzione.

Quando una critica è costruttiva?

Può considerarsi costruttiva quella critica che con chiarezza e toni educati pone la tua attenzione su una debolezza del tuo lavoro. Può trattarsi di un buco di trama, della caratterizzazione poco incisiva dei personaggi, di dialoghi per nulla credibili, del messaggio che si perde nel corso degli eventi, insomma, di un qualcosa che, guardato senza il filtro dell’orgoglio, è lì da vedere.

Dobbiamo invece considerare opinioni personali e soggettive, le critiche in cui si pone l’attenzione sullo stile troppo prolisso, sulle descrizioni eccessivamente precise, sul gergo ricercato che rallenta la lettura. Ecco, questo tipo di annotazioni sono per l’appunto personali e soggettive, e ciò significa che possono essere condivise da una parte di lettori e da un’altra no. Quindi non è detto che tu debba per forza stravolgere il tuo stile per adeguarlo ai gusti dei lettori. Se ti piace essere prolissa, allora continua a esserlo. Nel tempo costruirai il tuo seguito composto da lettori che amano perdersi in fiumi di parole che un editor falcerebbe al primo giro di boa. Scrivere è prima di tutto esprimere se stessi, non accontentare gli altri.

Le critiche che invece devi leggere e dimenticare, sono quelle nate dall’invidia e che trasudano saccenteria. Leggendole con attenzione, le troverai prive di sostanza, ma ricche di risentimento. E questo risentimento è molto pericoloso, perché potrebbe farti dubitare di te più di quanto tu non lo faccia già a giorni alterni.

Assumi l'atteggiamento giusto

Nella vita avere l’atteggiamento giusto fa la differenza. Il modo in cui ti poni è la chiave che utilizzi per aprire le porte che hai davanti, se è quella sbagliata… non entrerà nella serratura.

Essere umili aiuta ad accettare le critiche costruttive e a impiegare le nostre energie nel miglioramento, anziché nel giustificare a noi stessi un’opinione che non vogliamo digerire.

Solo chi si sa mettere in discussione si evolve.

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